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Relazione Annuale 2016 Consigliera di Parità Regione Lombardia

Presentazione a cura delle Consigliere di Parità regionali Carolina Pellegrini e Paola Mencarelli :

"Non ci stanchiamo di ribadire quanta fatica ormai si faccia a ‘’tenere insieme’’ il nostro personale lavoro e l’attività di Consigliera. I numeri delle richieste di consulenza parlano da soli e aggiungiamo anche che ormai è impossibile partecipare a tutti gli incontri istituzionali, ma anche di sensibilizzazione in cui viene richiesta la nostra presenza.

Questo dovrebbe interrogare le Istituzioni dalle quali dipendiamo circa il valore del nostro ruolo e della nostra funzione, ma purtroppo ad oggi nulla di concreto è stato fatto. Il problema è che la nostra presenza ed i nostri interventi sono ‘’scontati’’ , e bisognerebbe capire che dietro alla nostra presenza ‘’scontata’’ ci sta senso di responsabilità, correttezza e passione per quello che si fa, non altro.

La situazione del nostro Ufficio, inoltre,  è particolarmente delicata perché sopperiamo da anni alla mancanza della Consigliera di Parità della Città Metropolitana e ciò viene evidenziato clamorosamente dai numeri. Dei 70 casi del 2016, 51 sono richieste di intervento individuale (noi prendiamo in carico i casi e paghiamo anche l’eventuale intervento dell’Avvocata, un onere che non ci compete e che pesa ulteriormente su un fondo ormai inconsistente). Fatto ancora più grave se si pensa che la Consigliera Effettiva è libera professionista ed ogni ora di lavoro persa grava pesantemente sul suo bilancio personale, e che non è più possibile pagare le ore dedicate all’ufficio alla Consigliera supplente, che è dipendente, e che comunque nell’ultimo anno non ha mai fatto mancare il suo supporto laddove richiesto.

Questo è lo scenario un po’ triste francamente, ma magicamente l’Ufficio è più vivo che mai, ed è vivo perché le Collaboratrici, messe a disposizione da Regione Lombardia, credono in quello che fanno e perché le Consigliere non si risparmiano a costo (accertato) di rimetterci. D’altronde capita che due Consigliere non siano né ricche, né in pensione e, come ho già detto, basta leggere i numeri e gli accessi al Sito ed anche il livello della  nostra immagine pubblica che è molto forte ed apprezzata, e questo vorrà pur dire qualcosa.

Il sito rimane una criticità e speriamo di intervenire pesantemente appena riusciremo ad alleggerire l’ufficio della casistica discriminatoria che non ci compete, così come desideriamo investire molto sulla comunicazione che è fondamentale per mettere al centro del dibattito il nostro ruolo, la nostra funzione, ma soprattutto il tema dell’occupazione femminile.

Riteniamo che il ruolo ‘’politico’’, non partitico, della Consigliera sia fondamentale sia per le relazioni istituzionali sia per il cambiamento culturale che va ad innescare soprattutto in un momento drammatico come questo dove un ruolo, quasi tutto al femminile, viene così poco valorizzato.

Francamente non mi affascina il tema della ‘’relegazione’’ al ruolo di tecnica, e su questo credo che tutte dovremmo fare una seria riflessione. Una tecnica che non percepisce un euro ‘’dona’’ la sua competenza e fa la  volontaria. Ma è questo il nostro caso? Il nostro ruolo ha una fortissima connotazione politica e forse è il caso di cominciare a parlarne senza nasconderci e con un po’ di onestà intellettuale, mettendo nel conto le nostre legittime differenze. E’ profondamente politico il tema della continua ed incessante discriminazione alla maternità, in un momento in cui il tasso di natalità è ai minimi storici, soprattutto nel nostro Paese. E’ profondamente politico il tema della ‘’condivisione del lavoro di cura’’ per cui l’UE tanto ci sollecita. E’ profondamente politico il tema del pay gap, della povertà femminile, del welfare; è profondamente politico il tema della povertà dei minori, della segregazione orizzontale e tanto altro. Noi rileviamo dei dati, entriamo nella carne viva della casistica discriminatoria, ma finché non avremo la forza di pretendere che tutte le nostre relazioni vengano utilizzate per capire la reale situazione delle donne nel mondo del lavoro, gran parte della nostra fatica, compresa quella di fare ogni anno la relazione e soprattutto la raccolta dei dati per il Rapporto Biennale, credo serva a poco.

Noi continueremo a fare ‘’politicamente’’ le Consigliere di parità".